MIGLIORA IL BENESSERE DEGLI ITALIANI, MA CLIMA E SICUREZZA SONO A RISCHIO

Redditi in leggera ripresa e diseguaglianze sociali in lenta attenuazione, con la speranza di vita che torna ai livelli pre-Covid. È un’Italia che con fatica sta uscendo dalla crisi economica collettiva innescata dall’inflazione, lavorando di più e recuperando un po’ di fiducia nel futuro, quella fotografata dall’undicesimo rapporto Bes (Benessere equo e sostenibile) realizzato dall’Istat. Uno studio che rappresenta una cartina di tornasole dello stile di vita degli italiani, declinato in 12 ambiti e realizzato incrociando 152 indicatori.

Il bilancio del 2023 è tutto sommato positivo: poco più della metà degli parametri confrontabili con quelli dell’anno precedente sono in miglioramento, il 17,8% è stabile e un altro 28,7 è in peggioramento. Si discostano da questo quadro generale i domini Ambiente, insieme alle problematiche del clima, e Sicurezza con un peggioramento della percezione della criminalità. Anche rispetto all’epoca pre-Covid la tendenza generale è quella di un miglioramento complessivo (per 67 indicatori su 131 confrontabili con il 2019). L’Italia non tiene il confronto invece con l’Europa con i parametri principali in calo, soprattutto quando si parla di giovani. Restano ben evidenti i due grandi elementi di diseguaglianza: quello geografico e quello di genere che disegnano un Paese a velocità, ricchezza e benessere differenti. Il rapporto però tratteggia anche un’altra linea di confine, quella dell’istruzione, che separa la popolazione in due parti e non solo per quanto riguarda lavoro e reddito, ma anche salute e partecipazione sia sociale che culturale.

Salute. La speranza di vita è di 83,1 anni in netto aumento rispetto agli 82,3 dell’anno precedente e al di sopra della media ue che è ferma a 80,6 anni. Gli uomini con 81,1 anni di vita media sono già tornati allo stesso livello del 2019 mentre per le donne il dato di 85,2 anni è ancora un soffio al di sotto di quello pre-pandemico. La metà della popolazione over 75 si trova in una condizione di multicronicità e ha gravi limitazioni. Stabile l’indicatore della salute mentali, anche se dal 2020 si assiste ad un preoccupante peggioramento del benessere psicologico tra i più giovani, in particolare le ragazze.

Istruzione e formazione. In miglioramento gli indicatori relativi alla frequenza di asilo nido e materna, saliti rispettivamente al 31,7% e al 94%. Meno roseo il quadro per i più grandi: i ragazzi di terza media con competenze insufficienti in matematica sono il 44,2% (con picchi superiori al 60% in Sicilia e Calabria), percentuale che scende al 38,5% per le competenze in italiano. Il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha solo un diploma di terza media, percentuale ormai vicina al target del 9% proposto dall’Unione europea per il 2030. In questo caso permane un gap di genere a svantaggio dei ragazzi, con percentuali elevate in Sardegna e Campania. Un lieve calo anche per i Neet che sono il 16,1% dei totale dei giovani tra i 15 e i 29 anni, erano il 19% nel 2022. In aumento di contro il numero di laureati, sono il 30,6% dei giovani under 34, con le donne che fanno da traino

Lavoro e conciliazione. L’occupazione continua la sua fase espansiva con 400mila occupati in più in un anno e un tasso del 66,3%. Si riduce sia il lavoro a termine sia il part-time involontario (che coinvolge il 9,7% dei lavoratori) mentre restano invariate le difficoltà per le donne con figli piccoli a conciliare lavoro e vita familiare. In quest’ottica va letta la maggiore incidenza dello smartworking che è più elevato per le donne (13,4%) rispetto agli uomini. Più della metà degli occupati (il 51,7%) si dichiara soddisfatto del suo lavoro.

Benessere economico. Il reddito medio delle famiglie cresce dell’1% in termini reali ed è pari a quasi 34mila euro, migliora l’indice di diseguaglianza mentre rimane stabile rispetto ai tre anni precedenti la popolazione a rischio povertà (20,1% a fronte di una media Ue del16,5%). La povertà assoluta invece rispetto al periodo pre-Covid fa registrare una crescita dell’incidenza individuale a causa della forte accelerazione dell’inflazione che ha colpito in particolar modo le famiglie meno abbienti. Dal 7,6% del 2019 si passa al 9,8% del 2023. Quando si parla di benessere soggettivo, vale a dire la soddisfazione personale, si assiste ad una divergenza di percezione tra gli uomini (il 48,7% è molto soddisfatto tra i giovanissimi il 59,4%) e le donne (rispettivamente il 44,8% e il 51,9%).

Sicurezza. Si tratta uno dei tasti dolenti del rapporto con un aumento die reati predatori: furti in abitazione, borseggi e rapine. Cresce soprattutto la percezione dell’insicurezza: il 23,3% delle famiglie afferma di vivere in un quartiere a rischio criminalità. In aumento gli omicidi, 332 nel 2022 ultimo dato disponibile, anche se su questo parametro l’Italia è ben al di sotto della media europea. I femminicidi (128) sono stati compiuti nell’84,9% dei casi da una persona conosciuta, spesso il partner, percentuale che scende al 28,1% per gli omicidi degli uomini.

Ambiente. Il peggioramento fotografato dal rapporto Bes di quest’anno riguarda soprattutto i cambiamenti climatici con 42 giorni di caldo intenso (36 in più rispetto alla media del periodo 1981-2010). In aumento le emissioni di anidride carbonica e la concentrazione di polveri sottili ma anche il numero di giorni non piovosi. Crolla il consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili (il 30,7% rispetto al 35,1% del 2021), la rete idrica continua ad essere inefficiente con le perdite in fase di distribuzione che rappresentano il 42,4%. Dato positivo invece per i rifiuti, in riduzione a 482 chili per abitante.

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